Prepararsi in maniera attenta e dettagliata per un colloquio di lavoro è importante quanto arduo: conoscere tutto dell’azienda, i punti di forza, il settore di mercato e quant’altro, sono tutti aspetti importanti, anche se spesso non è semplice reperire le informazioni necessarie.
Era così che passava le giornate Aaron Fazin, quando nel 2011 si è laureato alla Scuola di Business dell’Università dell’Indiana e ha cominciato a fare decine e decine di colloqui di lavoro in giro. Pensava: “Posso farmi notare solo se sono preparato”. E allora passava ore e ore, se non giorni, a studiare per i suoi colloqui, cercando di fare un’impressione migliore degli altri. Senza risultati.
Questo continuo studio, però, gli ha dato un’idea: “Perché non creare un’app che aiuti i candidati a prepararsi ai colloqui?”.
È così che nasce “Charlie”, ovvero l’assistente digitale che in qualche minuto scandaglia decine di migliaia di pagine web su Google, LinkedIn e Twitter per raccogliere informazioni utili a chi cerca di conquistare una posizione di lavoro: recenti successi dell’azienda, interessi dell’esaminatore, nuove acquisizioni, informazioni sul mercato di riferimento e quant’altro. Sembra roba da poco, ma creare una vera e propria intelligenza artificiale che sia in grado di selezionare le informazioni importanti e tararle su ciò che ti serve non è attività da tutti i giorni:
“Dal punto di vista tecnico, è stata una grossa sfida cercare di capire chi era lo ‘sconosciuto’ con cui l’utente avrebbe avuto a che fare durante il colloquio, e capire cosa sarebbe stato importante dire e non dire durante la conversazione”.
L’app, che fino a pochi mesi fa funzionava solo per desktop e Mac, è stata messa a punto nel 2012 e lanciata per un ristretto numero di clienti privati circa due anni fa. All’inizio erano Aaron e il suo socio Rob Volk a cercare tutte le informazioni. Ora che Charlie viene lanciato anche sullo store di iOs è tutto automatizzato, anche perché l’anno scorso, la startup è riuscita a ottenere un finanziamento di quasi 2 milioni di dollari, che ha aiutato il team ha perfezionare l’applicazione.
La storia di Aaron ci insegna che spesso, per avere un’idea geniale, è molto utile osservare i problemi di tutti i giorni e cercare di migliorare le strategie con cui li affrontiamo.
Se hai avuto una buona idea per un’app, ma non sai come realizzarla tecnicamente, puoi contattarci a questo link.
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