Come fa un e-commerce come Amazon a vendere ogni anno prodotti per 89 miliardi di dollari (solo negli USA) e ad avere 270 milioni di consumatori attivi ogni anno? La risposta è molto semplice: considerarsi sempre (e per sempre) una startup, un progetto in continuo aggiornamento, mai pago.
È questa almeno l’opinione di Werner Vogels, CTO (chief technology officer) di Amazon, che in una recente intervista ha parlato dei prossimi sviluppi di Amazon Web Services (AWS), il servizio di cloud computing che la multinazionale mette a disposizione di imprenditori e startup.
“In Amazon”, ha spiegato Vogels, “abbiamo una filosofia particolare: siamo fermamente concentrati sul cliente. Il nostro obiettivo è di essere l’azienda più “customer-centric” (centrata sul consumatore) al mondo”. Una filosofia che si esplicita in una serie di azioni determinanti: il continuo aggiornamento e la continua innovazione.
“Non pensiamo”, ha continuato il dirigente Amazon, “di avere già capito, a priori, tutto ciò che esattamente vuole il cliente. Ecco perché lavoriamo a stretto contatto con i nostri consumatori per aggiornarci il prima possibile. Solo l’anno scorso abbiamo apportato 516 nuove funzionalità al nostro AWS”.
Lavorando specialmente con nuove aziende e imprenditori, il ramo cloud di Amazon si trova a dover affrontare sfide e richieste quotidiane: “Siamo cresciuti tanto attraverso la collaborazione con i nostri clienti, che non hanno problemi a fornirci feedback continui sul nostro lavoro. Le startup e gli imprenditori sono sempre stati il nostro core business: e infatti, noi stessi a volte ci consideriamo ancora come una startup”.
E a quanto pare funziona: il ramo Amazon Web Service, che ha tra i propri affiliati colossi come Netflix e Spotify, è cresciuto del 49% solo nell’ultimo anno, raccogliendo 4,6 miliardi di dollari di entrate. La fetta di mercato che AWS si aggiudica attualmente arriva al 28%, superando Google e Microsoft.
A proposito di cloud computing, Vogels ha anche raccontato la sua visione sul futuro di questa tecnologia.
“Se la guardi dal lato del consumatore, ti rendi conto che i dispositivi che sfruttano questa tecnologia possono aiutare a migliorare la loro vita, in maniera molto semplice. Per esempio, c’è un piccolo device che puoi piazzare sul contatore dell’acqua, che può mostrarti dove c’è il maggior consumo d’acqua in casa tua. Discorso simile, con la bolletta dell’elettricità: è abbastanza dettagliata da farci capire se è la lavatrice o la Xbox a farci pagare di più?”.
E rilancia anche l’idea dello spazzolino da denti smart: “Oggi esistono degli spazzolini che, collegati allo smartphone, ti possono dire quanto bene ti sei lavato i denti. E se si potesse creare uno spazzolino che cambia colore mentre ti spazzoli, per darti un’indicazione immediata sull’efficacia della tua pulizia?”. Allo stesso modo, si potrebbe creare un orologio da parete che cambia colore in base al consumo di energia in casa, quando diventa eccessivo.
“Sono tante le cose che si possono realizzare, piccoli accorgimenti che possono avere un impatto davvero importante sulle nostre vite”.
(Photo Credit: Stephen Woods on Flickr)
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