A soli 25 anni, Evan Spiegel è il più giovane miliardario della classifica dei paperoni di Forbes: ecco la storia del creatore di Snapchat, app di messaggistica, tra le più in crescita del momento.
Il suo patrimonio da quasi 2 miliardi di dollari lo ha reso il miliardario più giovane al mondo: ha 25 anni, viene dalla California e ha creato un’app da 100 milioni di utenti al giorno, Snapchat. Per chi non la conoscesse, Snapchat è un’applicazione di messaggistica istantanea che permette di inviare foto, video e messaggi, personalizzabili con disegni e didascalie, in cui il mittente decide per quanti secondi possono essere visualizzati dal destinatario, prima di scomparire.
Il boss di Facebook Mark Zuckerberg voleva comprarla per 3 miliardi di euro. Anche Google voleva comprarla, per 4. Ma lui ha sempre rifiutato:
«Tutti mi chiedono: “Perché non hai venduto? Non guadagnavi nemmeno! Si tratta solo di una moda. Ora potresti goderti la vita su una barca”. Ma Snapchat è qualcosa che amo ed è troppo importante per me».
Pur rifiutando le suntuose offerte, Spiegel è diventato comunque miliardario: e in più costruisce e perfeziona ogni giorno qualcosa che ama. Oggi, Snapchat è utilizzata dal 3% degli utenti di Internet in tutto il mondo. In Italia, ha già conquistato 256mila utenti (per ulteriori statistiche sull’App, è possibile consultare l’interessante articolo di JuliusDesign).
Storia di un miliardario
Cosa fa un miliardario da adolescente? Costruisce computer. Quando andava a scuola, a Pacific Palisades in California, Spiegel era un secchione appassionato di tecnologia: il suo migliore amico è un professore di Informatica, che lo spinge a imparare ogni giorno di più. A 14 anni, Spiegel costruisce il suo primo pc. Poi va all’università di Stanford, dove conosce Bobby Murphy, il suo attuale direttore della tecnologia. Creano subito un social network (che però finisce male) e un sito web per gestire l’ammissione al college (altro buco nell’acqua).
Come nasce l’idea di Snapchat? Grazie a un amico, pentito per aver inviato una foto online; si chiama Reggie Brown e una sera si rivolge ai due amici, disperato, per l’imbarazzo creato da quell’immagine condivisa con troppa leggerezza: “Sarebbe bello se ci fosse una App che manda foto che scompaiono”. Nel luglio del 2011 esce la prima versione iOS dell’App: un altro flop. Tutto cambia grazie alla madre di Spiegel, che parla alla nipote di Snapchat. La ragazzina, che va ancora a scuola, comincia a usarla con i compagni: cosa c’è di meglio di un’App che fa scomparire i messaggi con le foto delle soluzioni dei compiti in classe? Ecco che comincia a diffondersi: dai 100 utenti iniziali, entro il Natale del 2011 si arriva già ai duemila; a gennaio diventano 10 volte tanti e nell’aprile del 2012 sono orma 100mila.
3 lezioni dalla storia di Snapchat
Guido Di Fraia, direttore scientifico del master in Social media marketing allo Iulm, ha spiegato a Millionaire 3 lezioni sul successo ispirate dalla storia dell’App.
1. Parola chiave: velocità. «Internet è sempre più usato per vedere foto e filmati, e Snapchat ha cavalcato il trend, sfruttando un’altra tendenza molto diffusa, cioè la comunicazione basata sulla rapidità».
2. Mobile über alles. «Il pubblico si concentra sempre più sull’uso di dispositivi mobili, e Snapchat li ha privilegiati».
3. Riconquista la privacy. «La durata breve dei contenuti di Snapchat consente di ritrovare una dimensione privata, a differenza di quanto avviene sui social network dove tutto è pubblico».
(Photo Credit: Snapchat Facebook Page)
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