Da un investimento di 200 euro, ai 20 milioni di download su Google Play: ha 25 anni, si chiama Vincenzo Colucci e vive in un comune pugliese di 50mila abitanti, Manfredonia, sul Gargano. Ha cominciato a programmare 5 anni fa, quando ha comprato uno smartphone Android. Oggi, la sua Smart Launcher è una delle app del momento, scaricata in tutto il pianeta, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Russia al Messico.
«Durante l’università trascorrevo molto tempo nello sperimentare soluzioni per migliore l’aspetto e l’interfaccia utente del mio pc», ha raccontato Vincenzo in un’intervista. Prima di approdare al successo, il giovane programmatore si è cimentato in tante app mobile, tutte diverse: la divisione delle spese tra coinquilini, esercitazioni per chitarra, un “Gratta e Vinci” digitale. Tanti tentativi che hanno portato poi all’Idea con la I maiuscola: «Quando ho iniziato a sviluppare in Android ho capito che potevo applicare lo stesso concetto su un sistema mobile. Allora mi sono inventato Smart Launcher, una sorta di “maggiordomo virtuale” che consente all’utente di mettere in ordine i contenuti dello smartphone”, secondo categorie: comunicazione, Internet, multimedia, accessori, impostazioni». Vincenzo ha creato un modo per rendere l’esperienza mobile più semplice e comoda per tutti, anche per chi non ha familiarità con smartphone e tablet.
Il successo della sua app ha ispirato persino Google, che ha realizzato un video sulla storia di Vincenzo:
Cosa ci insegna la storia di Vincenzo Colucci?
1. Keep It Simple. Per avere un’idea vincente è sempre utile partire da un problema complicato e provare a risolverlo: semplificare la vita delle persone è la chiave di volta di molte storie di successo.
2. Migliora sempre. Come dice Vincenzo, Smart Launcher è un’app community driven: è in costante mutamento e miglioramento per soddisfare le richieste degli utenti.
3. Il successo non è un’esclusiva. «Credo che Google mi abbia notato perché la mia storia può essere imitata da molti. Non sono un ragazzo prodigio. Ho iniziato a programmare a 22 anni. E son partito da zero senza alcun finanziamento».