Il News Feed di Facebook, quella che noi in genere chiamiamo bacheca: la raccolta di contenuti user-generated più vasta al mondo, che contiene foto, post e video di più di un miliardo di persone e pagine aziendali.
Il contenuto di ciascuna News Feed (ogni utente ne ha una, unica e originale) può sembrare casuale o dettato semplicemente da una successione cronologica: non è così. C’è un algoritmo di base, molto preciso, a cui ogni giorno lavorano centinaia di ingegneri e tecnici: ai diversi contenuti presenti in bacheca sono assegnati diversi punteggi con diversi gradi di priorità (come si può vedere nell’immagine in alto), a seconda della storia del singolo utente e dei suoi interessi.
“La speranza e l’obiettivo è che ogni utente possa incontrare il contenuto che davvero gli interessa. Il nostro prodotto funziona quando le persone sono connesse a ciò che interessa loro su Facebook”.
Parola di Tom Alison, capo degli ingegneri del News Feed di Facebook, che in un’intervista a La Stampa ha parlato del funzionamento delle bacheche utenti: uno strumento essenziale per il social media marketing, oggetto di analisi accurate e maniacali, per conquistare like e condivisioni di una fetta sempre maggiore di audience. Ecco perché uno sguardo dall’interno dell’azienda può essere significativo:
“La prima cosa che guardiamo”, spiega Alison parlando delle priorità in News Feed, “è quali sono gli amici e le pagine a cui sei connesso e quale interazione avete. Se spendi un sacco di tempo sui contenuti di un certo amico è probabile che le sue storie finiscano spesso nel tuo newsfeed, e lo stesso funziona per le pagine”.
Se un utente visita una pagina/profilo specifico, clicca mi piace o commenta, viene aggiunto un punteggio al contenuto di destinazione: è come se Facebook avesse memoria di tutte le interazioni portate avanti negli anni, compilando una sorta di storia della relazione tra gli utenti. Questi punteggi vengono poi soppesati e interpretati dagli ingegneri. Ogni volta che un utente apre il News Feed, a Facebook viene inviata una “chiamata”, secondo il gergo tecnico degli ingegneri: “In un secondo il sistema chiede, conoscendo la nostra storia e le nostre preferenze, quale post dovrà apparire per primo, quale per secondo, e così all’infinito”, sintetizza La Stampa.
“Diamo a ognuno dei post possibili un punteggio dato dai criteri che abbiamo citato: quanti like, quanti commenti e condivisioni, e poi li mettiamo in un ordine di priorità e in un ordine cronologico. Quando apri Facebook, ogni volta, quello è il risultato in tempo reale”, conclude Alison.
Questo ci fa capire quanto conti l’interazione nel social media marketing e quanto tempo occorra perché la nostra visibilità possa aumentare considerevolmente: è un lavoro paziente, ma che alla lunga permette di creare relazioni stabili con un numero potenzialmente altissimo di utenti.
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(Photo Credit: Ian Kennedy on Flickr)
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