Le avrete sentite ormai tutte, le tecniche più conosciute per diventare intelligenti: fare i cruciverba, leggere, imparare cose nuove, allenare la memoria con le poesie, etc. Quelle che vi proponiamo oggi, però, sono decisamente fuori dall’ordinario: non è detto che siano adatte a tutti, ma per i geni e gli uomini di successo che le mettevano in pratica funzionavano eccome.
Doccia fredda per la mente
Benjamin Franklin – padre fondatore degli Stati Uniti, nonché inventore, giornalista, tipografo e scienziato – durante la sua gioventù a Londra faceva un bagno nel Tamigi ogni giorno. Theodore Roosevelt – 26esimo presidente degli USA e premio Nobel per la Pace – nuotava nudo nelle gelide acque del fiume Potomac, a Washington DC, ogni inverno.
L’improvvisa immersione in acqua fredda provoca una sorta di shock nel sistema circolatorio del nostro organismo: il sangue si muove più velocemente e accorre alle parti del corpo dov’è più necessario, come il cervello e gli altri organi vitali.
Ovviamente non è necessario buttarsi in fiumi e laghi a duemila metri d’altezza: basta concludere la propria doccia quotidiana stando qualche secondo sotto l’acqua fredda. I più coraggiosi possono provare un bagno in vasca col ghiaccio.
Il digiuno apre la mente
Sebbene sia considerato come una pratica ascetica, il digiuno avrebbe effetti benefici anche per chi non è religioso. Pitagora, filosofo e matematico dell’antica Grecia, non mangiava nulla per periodi di circa 40 giorni, in maniera sistematica: durante questo periodo assumeva solo acqua, perché pensava che ciò lo aiutasse a migliorare creatività e intuito.
Alcuni studi contemporanei sostengono che il digiuno aiuti le funzioni mnemoniche e stimoli la crescita di nuove cellule cerebrali. Lo stress causato dall’assenza di cibo, inoltre, causerebbe il rilascio di endorfine che procurano euforia e benessere. Se si sceglie questa strada, bisogna fare attenzione ovviamente alle conseguenze sull’organismo, che possono essere anche gravi (sempre meglio contattare un nutrizionista). Una soluzione “sostenibile”, potrebbe essere quella di ridurre le calorie di un 30/40% ogni giorno per un lungo periodo di tempo.
Dimmi perché piangi
Steve Jobs, nella sua biografia autorizzata racconta alcune occasioni molto intense in cui piangeva incessantemente. Questo accadeva soprattutto in due momenti: quando affrontava periodi di profonda frustrazione o durante le esperienze di gioia sovrabbondante, che lui chiamava “purezza di spirito”.
È dimostrato che il pianto riduce lo stress, eliminando dall’organismo gli ormoni che lo alimentano e abbassando contemporaneamente i livelli di manganese che regolano gli stati d’animo: lo sfogo emotivo che si prova quando si piange porta a un bilanciamento mentale, un senso di calma, una catarsi che conduce alla chiarezza mentale. E aiuta a essere più intelligenti.
Lascia le idee a macerare
Quando ti viene un’idea, non scriverla subito, ma lasciala vagare nel cervello per un po’: è così che è venuto fuori il personaggio di Harry Potter, il franchise da miliardi di dollari creato da Jk Rowling. La scrittrice racconta che l’ispirazione arrivò nel 1990, mentre si trovava in treno: in quel momento, però, non aveva penne o altri supporti per annotarsi l’idea ed era troppo imbarazzata per chiedere agli altri passeggeri. Ecco che lasciò la propria mente libera di vagare nell’immaginazione per ore e ore. Piuttosto che affrettare la conclusione della storia, ha lasciato che le idee “macerassero” per un po’ nel cervello, in modo tale che si sviluppassero ed evolvessero.
Si tratta di uno step del processo creativo chiamato “incubazione”, che in genere avviene a livello inconscio: a questo stadio, la mente sintetizza tutte le informazioni che sono state elaborate durante il lavoro conscio. Un approccio che permette alle idee di accendersi improvvisamente, quando meno ce l’aspettiamo (quello che gli americani chiamano ‘aha moment’).
Forse quella della Rowling non è proprio un’abitudine “strana”: per gli smemorati, però, potrebbe diventare un vero e proprio sport estremo…
(Photo Credit: tenz1225 on Flickr)