Gli startupper italiani del settore hi-tech riscaldano i motori: parola di Forbes, che “incorona” 5 neo-imprenditori del nostro Paese, dedicandogli elogi e incoraggiamento.
Alison Coleman, giornalista di Forbes, ha citato 5 startupper italiani di grande successo, sintomo del fatto che il settore hi-tech italiano gode di ottima salute, anche se dopo “una partenza in salita”:
“Devastati dalla recessione e dall’aumento della disoccupazione, gli italiani più intraprendenti hanno deciso di diventare imprenditori di se stessi”, ha spiegato la Coleman. “La crescita del settore delle start-up è stata sospinta dalla crescita di investimenti da parte dei venture capital: investimenti che hanno raggiunto i 56 milioni di dollari nei primi sei mesi del 2015, facendo segnare un incremento del 12%, rispetto ai 50 milioni investiti l’anno precedente”.
Un settore che insomma vede un periodo di crescita, confermato da altri segnali positivi come il lancio del fondo Invitalia (100 milioni di euro per finanziare progetti innovativi) e gli investimenti di Cisco ed Apple a Napoli.
Ma vediamo chi sono gli startupper che Forbes ha indicato come esempio della buona salute di cui gode il settore in Italia.
1. MusiXmatch, del bolognese Max Ciociola, mette a disposizione un database con i testi di 7 milioni di canzoni, in 38 lingue diverse. Un’app molto semplice, ma che continua a macinare numeri impressionanti: 40 milioni di utilizzatori, 10 milioni di euro raccolti, in poco più di 5 anni di vita.
INFO: https://about.musixmatch.com/about
2. Waynaut, invece, è stato creato dal giovanissimo startupper Simone Lini (25 anni, di Cremona): si tratta di un portale che rivoluziona il modo in cui concepiamo il viaggio, unendo mezzi di trasporto tradizionali (treno, aereo e bus), con sistemi innovativi (bike e car sharing, car pooling, etc.), offrendo soluzioni economiche e veloci. La startup ha vinto #WCap Accelerator, iniziativa di Tim per supportare progetti innovativi, oltre ad aver ricevuto un round di finanziamento pari a mezzo milione di euro.
INFO: http://www.waynaut.com/
3. Due milioni di euro di finanziamento nel 2014. Un altro milione da investitori privati all’inizio di quest’anno. Ecco i numeri di Drexcode, una boutique online dove noleggiare abiti delle ultime collezioni di top designer italiani e stranieri per un valore del 10, 15% del prezzo di acquisto. L’idea è di Federica Storace e Valeria Cambrea (in foto), specializzate in marketing internazionale.
INFO: http://drexcode.com/
4. Attivare smartphone, tablet e wearable attraverso gesti e comandi vocali: è l’idea di Giuseppe Morlino, che ha creato Snapback, app che sfrutta un sistema di sensori per offrire agli utenti un’interazione innovativa con i propri dispositivi hi-tech. Incubata a Luiss Enlabs, la startup ha ricevuto 450mila euro di finanziamento, oltre alla vittoria al bando INCENSe (150mila euro) e un accesso ai fondi di Invitalia (300mila euro). Recentemente ha chiuso un nuovo round di investimento con LVenture Group.
INFO: http://www.snapback.io/
5. BeMyEye è un’app, ideata da Gian Luca Petrelli, 41enne milanese, che consente una sorta di “spionaggio” della propria attività commerciale. Niente di pericoloso, però, né di avventuroso: si tratta di un sistema che, attraverso un’app per smartphone, consente alle aziende di controllare cosa avviene nei negozi. Gli ‘occhi’ sono forniti da migliaia di privati cittadini che, dietro corrispettivo, controllano il livello di servizio offerto alla clientela o la qualità dell’esposizione dei propri prodotti, per conto dell’azienda committente. Secondo la startup, gli ‘occhi’ a disposizione sarebbero già 167mila, con più di 100mila negozi visitati.
INFO: https://www.bemyeye.com/it
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