Se vuoi essere un leader, comincia a pensare a te stesso come un leader. Certo, può sembrare una frase fatta, una di quelle affermazioni da baci perugina che possono significare tutto o niente, che possono persino dare fastidio.
Eppure, per essere un leader occorre fare proprio questo esercizio, puro e semplice: a dirlo è uno studio, una ricerca scientifica portata avanti da Gavin J Kilduff, dottore della New York University, e Adam D Galinsky, dottore della Columbia University. “From the Ephemeral to the Enduring: How Approach-Oriented Mindsets Lead to Greater Status”, e cioè: “Dall’effimero al duraturo: come una mentalità orientata alla strategia può condurre a uno status superiore”. Detta così, può sembrare un po’ astrusa. Nella realtà il principio è molto semplice.
L’esercizio proposto è questo: ricordare, ogni giorno, un momento della vita in cui ci siamo sentiti potenti, in cui abbiamo avuto un certo controllo su altre persone, può incanalare la nostra capacità di agire come leader. Tutto qui: nessuna strategia complessa, nessun libro da studiare a menadito.
(Anche se in realtà, i risultati sono spiegati più dettagliatamente nel volume “Friend and Foe”, scritto da Galinsky con Maurice Schweitzer, in cui sostengono che un mix di competizione e cooperazione sia cruciale per avere successo nella vita e nel lavoro).
L’esercizio è stato estrapolato direttamente da uno degli esperimenti messo in campo dagli studiosi, spiegato in maniera piuttosto dettagliata da Business Insider.
I ricercatori hanno selezionato 60 studenti universitari, dividendoli in 20 gruppi da tre. A ognuno dei tre è stato proposto un esercizio diverso: al primo, hanno chiesto di ricordare e descrivere un momento della propria vita in cui aveva potere su altre persone. Al secondo, è stato chiesto di descrivere invece un istante in cui qualcun altro aveva potere su di lui. All’ultimo, è stato richiesto di raccontare un viaggio recente verso un negozio di alimenti.
Dopo questo primo esercizio, i gruppetti sono stati sciolti e riuniti insieme in un gruppo unico, a cui è stato assegnato un ulteriore compito: in 20 minuti – ripresi da una telecamera – dovevano elencare, in ordine d’importanza, 12 oggetti da portare con sé per sopravvivere a una tormenta di neve nell’artico.
Due giorni dopo, lo stesso gruppo è stato riunito per eseguire altri due compiti. Il primo: inventarsi un’idea per un’organizzazione ambientalista in 20 minuti. E poi valutare alcune statistiche nei successivi 5 minuti.
Dopo entrambe le simulazioni, ai partecipanti è stato chiesto di classificare gli altri in base alle loro capacità di guidare il gruppo e influenzarlo in maniera determinante. E indovinate chi ha ottenuto maggior riconoscimento dagli altri membri? Ovviamente le persone a cui era stato chiesto di ricordare un momento in cui avevano avuto qualche forma di potere sugli altri. Questo è accaduto sia nel primo, che nel secondo gruppo. In particolare, questi “leader” hanno cominciato a parlare nei primi minuti e si sono imposti grazie alla propria sicurezza di sé.
Insomma, il potere della mente può aiutare molto. È ovvio che questo semplice esercizio deve essere affiancato a tante altre qualità che un leader deve necessariamente avere, per avere successo nel tempo: competenza, pazienza, visione strategia, motivazione…
(Photo Credit: Atos on Flickr)