Se la creatività non c’entra niente con la grafica e il design, allora a che serve? Eppure in questi termini si è espresso Michael Bierut, classe 1957, celebrato designer statunitense, conosciuto in tutto il mondo per i suoi lavori nel graphic design.
In un’intervista a Liz Stinson di Wired, Bierut ha svelato il suo “segreto”: “In realtà, non l’ho mai detto ad alta voce; è un pensiero privato che ho avuto e che in realtà può sembrare abbastanza strano: non credo nella creatività”. O meglio, precisa la giornalista: “Crede piuttosto che la creatività, nel senso che diamo spesso a questa parola, è un po’ sopravvalutata”. Bierut precisa il concetto, spiegando che “c’è una limitata quantità di novità, di innovazione, disponibile in un certo tempo, o in un certo periodo: e hai bisogno di usarla in maniera molto ponderata”.
Per chi conosce l’apporto al mondo della grafica che ha dato Bierut, questa sua dichiarazione può risultare difficile da comprendere. Il designer ha cominciato la sua brillante carriera nel leggendario ufficio di Massimo e Lella Vignelli, dove ha lavorato per 10 anni prima di aggregarsi alla Pentagram nel 1990. E da quel momento ha dedicato tutti i suoi sforzi nel rimodellare l’identità visiva di (quasi) qualunque cosa. C’è chi lo ammira per i suoi lavori su magazine come Billboard, aziende come Mohawk Paper, o squadre di football come i New York Jets. Bierut è entrato nella storia anche per il suo design delle mappe di New York, il brand del MIT Media Lab e alcuni manifesti della Yale School of Architecture. Recentemente, il designer è stato al centro dell’attenzione per il logo realizzato per la campagna verso le presidenziali americane di Hillary Clinton.
E allora che fare?
In una recente chiacchierata con David Keeps del Wall Street Journal, Bierut ha regalato alcuni “consigli” – anche se si tratta più che altro della descrizione del proprio lavoro e delle fonti di ispirazione – per chi si occupa di grafica, oggi. Vediamone alcuni.
“I libri di design che consulto sempre sono: “Il Medium è il messaggio” di Marshall McLuhan e Quentin Fiore, “Graphic Design” di Milton Glaser e “Thoughts on Design” di Paul Rand.
Per imparare qualcosa sul graphic design: vai a un mercato delle pulci di Parigi, Marrakesh, Tokyo, ovunque tu voglia. Quasi ogni scatola di fiammiferi, copertina di album o libro tascabile usato che vedrai avrà probabilmente una grafica più interessante di tutto ciò che troverai in un museo.
Consiglio sempre alle persone che: se sei curioso di qualunque cosa, farai un lavoro migliore”.
Il libro
Entrambe le interviste a Bierut sono nate in occasione dell’inaugurazione di una mostra retrospettiva dei suoi lavori alla New York’s School of Visual Arts, intitolata “Master Series: Michael Bierut”. In più, il designer ha di recente pubblicato un libro – “How to Use Graphic Design to Sell Things, Explain Things, Make Things Look Better, Make People Laugh, Make People Cry, and (Every Once in a While) Change the World.” – che sarà sicuramente utile a chiunque sia appassionato di grafica e voglia approfondire il lavoro del designer.
(Photo Credit: Michael Bierut Facebook profile)