Google ha o non ha cambiato l’algoritmo di ricerca (in maniera sostanziale) lo scorso maggio? A quanto pare, sì. Alcuni esperti l’hanno già ribattezzato “l’aggiornamento fantasma”: anche se non è stato ufficializzato come una nuova versione di Panda, ha apportato dei cambiamenti sostanziali nel posizionamento dei siti web online.
Come abbiamo già detto altrove (qui, ad esempio), i cambiamenti dell’algoritmo sono molto frequenti, anche se spesso non incidono sull’indicizzazione. Questa volta, però, è diverso.
A spiegarlo, su Forbes, Jayson DeMers, esperto SEO statunitense.
Panda e Penguin sono stati, sinora, i due principali aggiornamenti nella storia dell’algoritmo di Google ed entrambi avevano il medesimo obiettivo: premiare la qualità e ridurre lo spam, che infastidisce tanti utenti del motore di ricerca di Mountain View. E anche in questo caso, la finalità è la medesima, al punto che lo stesso DeMers ha ribattezzato l’aggiornamento col nome di “Quality Update”:
“Piuttosto che concentrarsi sulla penalizzazione e l’eliminazione dello spam, [l’aggiornamento] introduce una serie di nuovi indicatori di qualità che aiutano Google a capire quanto “buono” o autorevole sia un sito. In pratica, ci sono nuovi fattori che Google usa per determinare il ranking di un sito”.
Il problema è: quali sono stati questi cambiamenti? Le risposte, purtroppo, arriveranno solo col tempo e la pratica. Il colosso californiano, infatti, non è mai stato molto aperto nella condivisione dei segreti del proprio algoritmo. In linea di massima, comunque, il consiglio di DeMers è di dare la precedenza a contenuti di alta qualità. Google ha stilato una lista di domande che possono essere utili a entrare “nella mente” dell’algoritmo, per capire come ragiona, in che modo assegna il bollo di “qualità” a un sito, piuttosto che a un altro. Ecco qualche esempio tratto dalla lista:
«Ti fidi delle informazioni presenti in questo articolo?
L’articolo è stato scritto da un esperto o da un appassionato che conosce bene l’argomento, oppure è stilato in maniera superficiale?
Il sito ha articoli duplicati, sovrapposti o ridondanti sullo stesso argomento, o su argomenti simili, con appena qualche piccola variazione nelle parole chiave?
Saresti tranquillo a dare a questo sito le informazioni sulla tua carta di credito?
Questo articolo ha errori grammaticali, stilistici o contenutistici?»
E così via…
La notizia dell’aggiornamento fantasma, in ogni caso, ci ricorda come l’attività SEO non si improvvisa: bisogna restare aggiornati e avere la capacità di comprendere anche i più leggeri mutamenti nelle policy di Google. Insomma, bisogna essere degli esperti (o contattarne uno!).
(Photo Credit: brionv on Flickr)